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New York, NewYork!

“These vagabond shoes are longing to stray, and step around the heart of it, New York, New York” cantava Liza Minelli e la dedichiamo al personaggio a Michele D`Amelio

dal-mondo.jpgMichele D’Amelio è, come si dice papale papale “uno di quelli bravi che ha fatto carriera” negli USA, una carriera che non passa dall’essere titolare di una pizzeria, ma “Corporate Pizzaiolo”. Nel pratico lavora per una ditta di importazione di prodotti italiani e rappresenta due aziende italiane. Il suo nome, per quest’intervista che vuol raccontarvi la pizza nel mondo, c’è stato suggerito dall’azienda Gi.Metal, altra realtà italiana che s’è affermata negli USA con le sue attrezzature e pale, pale che ovviamente usa anche il nostro intervistato.

Michele, spiegaci in che consiste il tuo lavoro.
«Il mio è un full time training e dimostrazioni a tutti i nostri clienti americani, viaggio di lungo e in largo per gli USA portando nuove tecniche e assicurandomi che i miei clienti facciano un prodotto eccellente».

Sei campano, dove sei nato precisamente?
«Sono nato ad Avellino e ho 30 anni. Vivo a New York dal 2015».

dal-mondo-2.jpgCom’è iniziata la passione per il mondo pizza?
«La mia carriera professionale di pizzaiolo è iniziata dal 2009 ma l’input è arrivato da mia madre che ogni settimana produceva pane e altri lievitati.»

Cosa ti piace della tua vita newyorkese?
«Ciò che mi affascina della vita a NY è la varietà di cibi e culture che si riescono a trovare. Lavorare a NY è una grande soddisfazione e motivo di orgoglio. Saper di rappresentare le tradizioni, l’arte, la cultura sia del cibo che dei modi di vivere italiani è molto soddisfacente, meglio ancora se poi fatti bene. Ovviamente prima di essere catapultato in questo mondo, sono venuto preparato, ho studiato le farine e i diversi tipi di lievitazioni per essere formato a livello teorico e non solo tecnico. Insomma credo che bisogna anche “meritare” di stare qui!»

Che tipo di pizza proponi? dal-mondo-3.jpg
«Lo stile di pizza che mi contraddistingue di più è la pizza napoletana, sono un campano puro, la pizza napoletana è sulla mia carta d’identità, ho il profumo di basilico addosso e il caffè lo prendo a tutte le ore. Ma ho anche imparato altri tipi di pizza, dalla pizza in teglia alla pizza romana e quella in pala o la buonissima focaccia barese. Insomma, non mi dispiace imparare e proporre qualcosa di nuovo. La mia clientela è orientata sulla tradizione, quindi sulla pizza Napoletana con Pomodoro dell’Agro Nocerino DOP, mozzarella di bufala campana e olio extravergine puramente italiano, senza mai mettere da parte un impasto lievitato bene con le giuste ore».

Le maggiori difficoltà che hai incontrato in questo percorso all’estero quali sono state?
«Le maggiori difficoltà potrebbero essere la lingua e il saper adattarsi a diversi stili di vita. Per mia fortuna la lingua non è stato un grande ostacolo, ma ho trovato più difficile adattarmi al diverso stile di vita. Un esempio banale è andare al bar e prendere un semplice caffè e cornetto. Oppure, per esempio, non riuscivo a distinguere il giovedì dalla domenica (perché si lavora sempre e i negozi sono sempre aperti)».


05/06/2018

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