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Errare è umano, ma sulla pizza no!

La storia è piena di errori che poi si sono rilevati dei successi straordinari. Parlando di roba nostra, ovvero di cose da mangiare e da bere, il caso più eclatante è certamente quello della Coca-Cola. E si, la bibita più famosa e più bevuta al mondo è nata per sbaglio grazie a un farmacista vissuto nella seconda metà dell’800, si chiamava Pemberton di Atlanta, negli Stati Uniti.
Più che farmacista era una specie di alchimista che si era incaponito nell’inventare una medicina che potesse curare la nevrastenia, l’emicrania e perfinococacola.jpg l’impotenza. E vai! E allora mischiò in un pentolone una combinazione di ingredienti, ma ne venne fuori un intruglio scuro dal gusto alquanto improbabile che non avrebbe potuto curare neanche un raffreddore.
Insomma toppò alla grande. Che me ne faccio di questa schifezza? Allora ci aggiunse dell’acqua gassata per dare un po’ di brio a quella melassa sciropposa e ci mise dentro dello zucchero per aggiustarne il gusto. Insomma fece una specie di ciambotto senza manco rendersene conto. Dopo queste aggiunte il liquido non riusciva a curare un cavolo, ma almeno era bevibile. Quando dici la combinazione, si voleva fare una medicina ma fu inventata la bibita destinata a diventare quella più famosa al mondo. La ricetta è rimasta sin da allora segretissima, non la conosce nessuno, forse neanche il suo fortunato inventore.
Coca-Cola, la chiamarono così perché i due ingredienti principali che la componevano erano ricavati dalle foglie delle piante di coca e dalle noci di cola che erano ricche di caffeina. Oggi di coca è rimasto solo il nome. Meno male va.
Anche sulla pizza sono stati presi degli abbagli. Ad esempio, prendiamo il lievito, anzi la fase di levitazione, che è stata sicuramente “scoperta” per sbaglio grazie a qualche panetto di pasta dimenticata fuori dal forno e rimpastata (tanto per non buttare nulla) il giorno dopo. Anche il sugo di pomodoro sulla pizza ci è finito molto per caso. Il pomodoro ai tempi antichi era solo per i maccheroni. Sarà avanzato da qualche parte, lo buttiamo? Non sia mai, mettiamola ‘ncopp a pizza. E così, un po’ per fortuna, un po’ per sbaglio nasce la delizia che oggi è il piatto fra i più famosi al mondo. Da questo punto di vista Pizza e Coca Cola quasi pari sono.
Ma oltre agli errori, la pizza ha dato anche abbagli. Il granchio più gigantesco l’ha preso una napoletana Doc che della pizza era anche un’esperta, oltre che un’incallita buongustaia: la grande, mitica Matilde Serao, giornalista, scrittrice fondatrice del quotidiano “Il Mattino”.
“La pizza fuori dalle mura di Napoli non farà nessuna fortuna” fu questa la sentenza di Matildona. Difatti, il grande successo della pizza oggi in tutto il mondo, amplificano all’ennesima potenza l’errore di valutazione della Serao.
Sempre a proposito di errori di valutazione e sempre a riguardo della pizza è inutile dire che sono state fatte tante di quelle cappellate che si potrebbe scrivere un libro, il merito (o il demerito, fate voi) è di coloro che di pizza capiscono poco o nulla e che pensano che la pizza sia la chiave della ricchezza.
“Ho una mia ricetta personale per l’impasto che lo conosco solo io”. Quante volte abbiamo sentito di queste panzane specie da quei pizzaioli che credono di essere i primi della classe?  Solo che questi sono quasi sempre i primi a far saltare i locali, si vede che quell’impasto segreto faceva abbastanza schifo.
Fra i tantissimi che hanno pensato di sfruttare la fama della pizza e le opportunità che è capace di offrire una delle pietanze più richieste al mondo, vi era pure un giovane americano destinato a diventare miliardario. Si chiama Sergej Brin e a metà degli anni 90, mise in piedi un servizio che permetteva di ordinare la pizza via internet sfruttando il fax dei ristoranti. Fu un grande fallimento dal quale imparò (l’errore ci dona semplicemente l’opportunità di iniziare a diventare più intelligenti – diceva il grande Henry Ford) che le persone non sempre rispettano le decisioni prese da altre persone. Ma se avesse funzionato, forse oggi non avremmo Google. E si, infatti Brin è stato colui che ha fondato insieme a Larry Page Google, il motore di ricerca più famoso al mondo che si basa su un diabolico algoritmo complicatissimo e assolutamente segreto, un po’ come la fortuna segreta della Coca-Cola. Meno che la pizza non ha formule segrete, chi la fa buona è un libro aperto.


13/12/2018

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