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Ricchezza a basso costo

anello-pomodoro.jpgAltro che spread, la crisi, oltre che in borsa, incide sulle spese di tutti i giorni costringendo gli Italiani a tagliare: meno cinema, meno viaggi in macchina e soprattutto (ahinoi) meno cene al ristorante. È questo il quadro che emerge da una recente inchiesta de Il Sole 24 Ore.
Ma non è certo una novità: tutti sappiamo che la crisi, che da ormai cinque (lunghi) anni colpisce il nostro paese, sta ridisegnando abitudini e stili di vita.
Le conferme del resto ci giungono numerose dai lettori di questa rivista che con le loro attività di ristorazione registrano in prima persona, giorno, dopo giorno, le crescenti difficoltà che la congiuntura impone. “I clienti sono sempre più attenti a quello che ordinano, non eccedono, si fanno sempre due conti prima con l’imperativo di risparmiare”. Questo è quanto accade suppergiù nei locali del Belpaese. Un paese che secondo alcuni è tornato indietro di 30 anni.
Ma ci sono dei paradossi. Infatti, se da un lato si cerca di spendere meno, dall’altro si cerca di guadagnare di più. In tutti i modi. Ecco spiegato il boom dei “Compro Oro”, raddoppiati in Italia negli ultimi due anni, ce ne sono 28mila disseminati in ogni angolo della Penisola. Lo stesso avviene per la diffusione di Gratta e Vinci e lotterie varie, aumentati del 55% rispetto al 2011.
La crisi è strana, dunque: punge, ma allo tempo induce a reazioni poco logiche.
Ma siamo davvero ridotti così male? Possibile che non abbiamo più chance se non quella di acquistare (e sperare) un biglietto del SuperEnalotto?
Su questo punto di vista le scuole di pensiero sono differenti.
C’è chi dice che siamo alla frutta, schiavi dei mercati finanziari che ci tengono per il collo finanziando, quando e come dicono loro, il nostro enorme debito pubblico; chi invece asserisce che l’Italia ha ancora enormi potenzialità. E poco importa se il PIL non cresce e questa crisi ci ha ricondotto indietro di almeno 30 anni. Secondo costoro il benessere (cosa diversa dalla ricchezza) non sta nella crescita a tutti i costi, ma nella capacità di saper valorizzare il meglio di quello che sia ha.
E l’Italia fortunatamente, oltre al debito pubblico, ha tanto di assolutamente straordinario: un patrimonio storico e artistico senza eguali, un territorio bello come pochi e poi sole e mare, arte e artigianato, moda e buon gusto e quel giacimento immenso di ricchezza che è rappresentato dall’enogastronomia, unica al mondo per varietà e qualità
Ma si può vivere di questo? Qualche economista visionario (ma non tanto) pensa proprio di si.
Arte, ospitalità, ristorazione sono il nostro petrolio, la nostra ricchezza a basso costo, il nostro passato e il nostro futuro.
E allora via: meno politica e più sostanza, meno finanza e più praticità.
Basta fare le scelte giuste: fortunatamente siamo ancora in tempo. E poco importa se siamo torniamo indietro di 30 anni quando eravamo più poveri, anche perché un fatto è certo: si stava meglio quando si stava peggio.

Giuseppe ROTOLO


27/05/2012

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