Se dovessimo fare un sondaggio fra mille pastry chef chiedendogli qual è l’attitudine necessaria per fare al meglio e con successo la professione di pasticciere, siamo pressoché certi che, a grande maggioranza, risponderebbero con due parole che cominciano con la lettera P. La prima è certamente la P di “Passione”, ingrediente necessario per farsi coinvolgere, anzi sconvolgere dal proprio lavoro. La seconda  P sta per “Positiva” intesa come la predisposizione ad affrontare ogni giornata di lavoro con entusiasmo, trasformando ogni sfida in un’opportunità di crescita e miglioramento. Si perché quando un pasticciere vive il  suo lavoro con positività, la sua attenzione ai dettagli aumenta, la pazienza si amplia e la cura per ogni singolo ingrediente si traduce in prodotti più raffinati, golosi e irresistibili. 
La positività inoltre alimenta la creatività, è risaputo che un atteggiamento ottimista permette al pastry chef di sperimentare nuove ricette, combinare sapori in modo innovativo e reinventare i propri dolci con gioia e fiducia. La positività poi è un formidabile motore di motivazione, stimola la collaborazione con altri colleghi, senza contare poi che “la luce della positività” trasmette autenticità anche ai clienti, rendendo ogni dolce non solo un prodotto di alta qualità, ma anche un’esperienza di piacere e di emozione. Del resto la stessa dolcezza è senza mezzi termini, positiva, così come al contrario l’amaro è negativo. E allora potete star certi che se è dolce, è positivo, e nella mente di quel pasticcere, che ha creato quel dolce “sublime”, ci sta impressa la P di Positività. Su questo non ci sono dubbi.  

Giuseppe Rotolo

Articolo tratto da Pizza&core Collection N 33
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