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Bakery tourism: i “pellegrini” del pane e dei dolci
I percorsi enologici o i tour tra birrifici artigianali sono diventati un mood in Italia già da qualche anno, ma la tendenza emergente è quella del bakery tourism, già presente in altri paesi del mondo e già diventato un tema sul noto giornale The Guardian. In un pezzo del 22 aprile si legge: “Appena un giorno dopo l’inizio di un’escursione di 225 miglia da un capo all’altro della Scozia, lo scorso agosto, Dan Warren sentiva già la fatica: le sue vecchie scarpe da trekking stavano cedendo. Ma né i piedi doloranti né le nuvole di moscerini avrebbero fermato il bibliotecario e sua moglie, la scienziata Dee Johnson, dal raggiungere il loro obiettivo: i dolci del Bakehouse nella cittadina di pescatori di Mallaig, sulla costa ovest. Una camminata di 14 giorni e due traghetti dalla loro casa vicino a Montrose”.
Anche in Corea del Sud il bakery tourism è presente e ha un suo nome: bbangjisullae, cioè "pane" e "pellegrinaggio". E in Italia? I “pellegrini da forno” iniziano a fare notizia, disposti a viaggiare per gustare un pane ben fatto, tipico, oppure un buon dolce: questo desiderio di scoprire forni e laboratori dolciari locali spinge i buongustai fuori città, permettendo attraverso la scoperta degli artigiani del posto, di far scoprire anche i paesi di provincia, i borghi, le cittadine non necessariamente turistiche. L’arte bianca, insomma, si associa al più vasto e consolidato turismo enogastronomico e diventa esperienza di assaggio, viaggio, scoperta. I momenti da vivere sono immortalati sui social, con tutta la buona pubblicità che ne segue per i punti di produzione e vendita di pane o di pasticceria.Bakery tourism: alla scoperta del pane tipico
Online i consumatori appassionati hanno realizzato delle vere “mappe del pane” con percorsi suggeriti alla volta di una focaccia, un trancio di pizza, una sfogliatella, un pasticciotto e così via. Soffermiamoci sulle città del pane: possiamo citare Matera, la città dei Sassi, dove tanti forni storici continuano a sfornare il famoso Pane di Matera Igp. Il sistema di lavorazione ha una tradizione secolare e registrata da documenti che vanno dal Medioevo al Regno di Napoli. Altri percorsi del pane possono coinvolgere la Sardegna, dove troviamo il Pane Carasau e il Guttiau. Borghi come Orgosolo o Ovodda organizzano spesso momenti dedicati a degustazioni e laboratori. A Ferrara si può scoprire la Coppia Ferrarese Igp, un pane intrecciato e croccante, in Toscana si può arrivare non più per la bella Firenze, ma per il Pane Toscano Dop, senza sale e perfetto per i salumi e formaggi. Le città più note per il pane toscano sono Siena, San Gimignano e Montepulciano. Ci sono prodotti, però, meno noti, come la Sfogliolata al basilico, specialità tradizionale della Lunigiana; si distingue per l`uso del basilico locale, caratterizzato da foglie piccole e profumate, cresciuto tra mare e montagna e che dà alla sfogliolata un profumo mediterraneo. In Sicilia si può sperimentare l’assaggio della Vastedda cu Sammucu, rustico da forno che rappresenta la zona di Enna. È una focaccia nel cui impasto si aggiunge il guanciale di maiale soffritto e il fiore di sambuco. Conoscete poi il Vinschger Paarl? Tradizionale dell’Alto Adige, in particolare della Val Venosta, è fatto principalmente con farina di segale integrale, spesso miscelata con farina di frumento, aromatizzato con semi di finocchio, cumino e trigonella. Ha una crosta spessa e scura, una mollica compatta e umida, di colore bruno.Bakery Tourism: cinque dolci davvero speciali
Adesso dedichiamoci a qualche luogo speciale in cui si fanno dolci tipici lontani sinora dai riflettori, ma che il bakery tourism porterà alla conoscenza di turisti appassionati. A Castel Goffredo (Mantova), si produce il Tortello Amaro di Castel Goffredo, un dolce di pasta fritta, ripiena di erbe amare (come l’erba amara o mentuccia), pane grattugiato, uvetta, mandorle e zucchero. Il contrasto tra il dolce e l’amaro lo rende unico. Viene preparato per la festa patronale e nei riti di fine inverno. In molte zone della Basilicata si gusta il Tùcc’ e pàc’, bocconcini fritti, fatti con farina, vino bianco, zucchero e semi di finocchio, poi cosparsi di miele e cannella. In Abruzzo, Molise, Marche e Umbria è diffusa la Cicerchiata, piccole palline di pasta dolce fritte e poi ricoperte di miele e decorazioni colorate. Viene disposta in forma di ciambella o corona. Somiglia molto agli struffoli. A Novara (Piemonte) è famoso il Pane di San Gaudenzio, prodotto da forno, con farina di mais, zucchero, miele, nocciole e uvetta. Infine, nominiamo il Pistiddu di Dorgali e Oliena (Sardegna, provincia di Nuoro). È una pasta sottile ripiena di mosto cotto (di vino di Saba), scorza di arancia, spezie e mandorle, chiuso in forme artistiche. Il gusto è dolce-amaro, il profumo intenso.
Articolo tratto da Pizza&core Collection N 33
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