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Comincia un nuovo anno e il dilemma è sempre lo stesso: sarà quello giusto affinché la macchina Italia esca dal suo oblio e ricominci a girare?
La domanda come al solito non ha risposte certe. Eppure in questi tempi non facili, in questi momenti confusi e incerti una certezza c’è.
Sarà un anno positivo, anzitutto per chi saprà pensare positivo e per chi darà il meglio di sé.
Ma cos’è il meglio degli italiani?
Fra i mille difetti che ci hanno reso famosi, ci sono due distintivi aspetti che ci rendono per certi versi unici e altrettanto noti.
La prima nostra valenza è la socialità: siamo un popolo social non solo nel mondo reale, ma anche in quello virtuale, siamo infatti primi al mondo come range di iscritti socialnet/navigatori. Amiamo parlare, parlare e parlare e primeggiamo anche al telefono, visto che siamo secondi al mondo come numero di cellulari.
La socialità è il nostro piatto forte, non per nulla le pizzerie, che sono i locali social per antonomasia dove la pizza è sinonimo di informalità ed è aggregatrice di amicizie, reggono meglio di altri locali l’urto della crisi.
I consumi calano è vero, ma soprattutto cambiano e si spostano lì dove la socialità è più forte e coinvolgente.
Incontrarsi, divertirsi, emozionarsi: attraverso la socialità si batte la crisi.
Ed è quello che i consumatori cercano, ed è quanto i locali devono essere capaci di offrire.
Insieme ovviamente all’altro “meglio” che appartiene agli italiani: il buon gusto.
Il buon bere e il buon mangiare sono parte della nostra storia e della nostra vita, un patrimonio culturale che deve essere assolutamente valorizzato e promosso.
Un’invocazione che dalle pagine di questa rivista abbiamo più volte lanciato.
Nell’anno che si apre annotiamo con piacere che il grande evento che rilancerà l’Italia sulla ribalta mondiale, l’EXPO 2015 ha messo al centro delle sue strategie il buon cibo italiano e la cultura del mangiare sano.
In Italia, a Milano, giungeranno milioni e milioni di visitatori attratti dalla cultura del cibo made in Italy. Fra gli obiettivi dell’EXPO vi sarà quello di stilare un decalogo del buon mangiare. Un documento di primaria importanza a cui sarà dato il nome di “Protocollo Milano” la cui ambizione sarà quella di indirizzare le politiche agroalimentari mondiali dei prossimi vent’anni.
Con il suo buon gusto e la sua propensione sociale Italia sarà nuovamente sugli schudi.
Del resto socialità e buon gusto siamo noi. Anzi il meglio di noi.
Giuseppe ROTOLO
26/02/2014
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