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Una volta tanto non vogliamo essere inflessibili e tranchant. A parte l’ironia, che non guasta mai, una volta tanto vogliamo parlare di qualcosa di positivo che pensiamo possa interessare i nostri cari lettori.
Ma prima permetteteci un poco di dissacrazione.
E allora cominciamo con il dire che nel bene e nel male l’Italia è sempre stato ed è un Paese speciale. Sa essere tutto e il contrario di tutto, grandissima se vuole, ma anche piccolissima se si abbandona alla sua indolenza e si fa prendere dai soliti luoghi comuni. Fra questi a pieno titolo ci sta quello della “Giustizia”. Si, è inutile nasconderlo, il settore Giustizia in Italia è allo scatafascio. Tutti i Tribunali, a riguardo i processi ma anche per l’amministrazione più spiccia, hanno degli arretrati da paura.
Tutti sappiamo, perché chi più chi meno ci è passato, che godere dei propri diritti, far valere le proprie ragioni nel nostro Paese è un’impresa titanica. Quasi impossibile. Perché?
Semplice, perché in Italia ci sono troppe leggi. Assai. Alcune anche risalenti al tempo dei Savoia e del ventennio mussoliniano. La maggior parte inutili vecchi arnesi ormai fuori dal tempo e dal mondo che restano li come fantasmi utili solo a dare lavoro a burocrati ottusi e legulei fantasiosi capaci di appigliarsi anche al punto e alla virgola per tutelare a torto o a ragione gli interessi dei propri assistiti.
Per dare un’idea precisa e concreta diamo qualche numerino: ad esempio in Francia si governa con 7.000 leggi circa, in Germania fanno ancora meglio ne usano suppergiù 5.500 e infine la Gran Bretagna s’accontenta (si fa per dire) di appena 3.000 leggi. Non si più certo asserire che questi non siano Paesi civili e democratici. No? E allora perché in Italia fra leggi, leggine, norme, decreti e regolamenti siamo “intrappolati” da circa 200.000 leggi? Una giungla asfissiante fatta anche di regolamenti, norme, interpretazioni. Ecco spiegato perché fra corsi, ricorsi e controricorsi, sentenze, impugnazioni, primi e secondi grado, cassazione, e poi magari rifacciamo tutto perché ci eravamo leggermente sbagliati, i processi in Italia possono durare anche trent’anni.Ma come dicevamo, ogni tanto, (accontentiamoci) l’Italia e gli Italiani sanno essere speciali ed ecco che, quando meno te lo aspetti, viene promulgata una legge chiara, di quelle che la leggi e la capisci, senza bisogno che vengono fatti poi emendamenti esplicativi, norme chiarificatrici (che poi vanno a complicare sempre tutto) e altre interpretazioni cervellotiche. Stiamo parlando della legge 166, promulgata lo scorso settembre sugli sprechi alimentari e sgravi fiscali nei ristoranti.
Una legge che al contrario di quanto si è abituati a fare nel Bel Paese è stata votata a tempo record (e da tutti i partiti). Una legge, meravigliosa, che sembra disegnata apposta per essere l’opposto di tutto ciò che si sa dell’Italia. Infatti è passata rapidamente da Camera e Senato con il voto di tutti, e forse per questo in pochi se ne sono accorti. È scritta in modo così semplice che leggendola la si capisce, e così chiara che non ha bisogno di decreti attuativi, norme interpretative, e ulteriori legislazioni e chiarimenti (o magari complicazioni) di altri burocrati centrali e regionali. Da quando è apparsa in Gazzetta Ufficiale, è applicabile con facilità. E, udite, udite, anziché introdurre nuovi vincoli burocratici e nuove tasse, fa il contrario: un ristorante, un negozio di alimentari, una mensa aziendale o un supermercato che vogliano donare degli alimenti invenduti, possono farlo senza ostacoli e hanno diritto a pagare meno tasse per questo.
Basta un documento di trasporto dell’associazione di beneficenza che riceve la merce, e quelle quantità diventano detraibili dai calcoli della tassa locale sui rifiuti (Tasi). Fantastico. Viva L’Italia. Quando vogliamo siamo insuperabili, inarrivabili, unici. Siamo Italiani.
Giuseppe Rotolo
LEGGE 166 - Art. 1
Finalità
1. La presente legge persegue la finalità di ridurre gli sprechi per ciascuna delle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione di prodotti alimentari, farmaceutici e di altri prodotti, attraverso la realizzazione dei seguenti obiettivi prioritari:
a) favorire il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari a fini di solidarietà sociale, destinandole in via prioritaria all’utilizzo umano;
b) favorire il recupero e la donazione di prodotti farmaceutici e di altri prodotti a fini di solidarietà sociale;
c) contribuire alla limitazione degli impatti negativi sull’ambiente e sulle risorse naturali mediante azioni volte a ridurre la produzione di rifiuti e a promuovere il riuso e il riciclo al fine di estendere il ciclo di vita dei prodotti;
d) contribuire al raggiungimento degli obiettivi generali stabiliti dal Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti, adottato ai sensi dell’articolo 180, comma 1-bis, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e dal Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare previsto dal medesimo Programma nonché alla riduzione della quantità dei rifiuti biodegradabili avviati allo smaltimento in discarica;
e) contribuire ad attività di ricerca, informazione e sensibilizzazione dei consumatori e delle istituzioni sulle materie oggetto della presente legge, con particolare riferimento alle giovani generazioni.
14/12/2016

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