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Il cibo del futuro ma... senza cibo

Uova sintetiche, verdure mignon ma con super nutrienti, birra ottenuta dal pane raffermo o funghi all’aroma di caffè: per la salute e l’ambiente alcuni scienziati stanno studiando nuovi e fantascientifici cibi, ma ne vale la pena?

La prospettiva è l’anno 2050, neanche tanto lontano se vogliamo. Da quanto abbiamo appreso a quella data sarà stata inventata la tecnologia per creare la carne in laboratorio.
Stiamo parlando di proteine alternative nella fattispecie carne in vitro ottenuta riproducendo le cellule staminali dei boviniprovocazione.jpg.
In questo modo secondo alcuni scienziatissimi scienziati si consumerà molto meno acqua, perché negli allevamenti le mucche bevono come dei cammelli, e le stesse mucche non avranno più da patire perché eviteranno la macellazione e quindi, per la loro felicità, si voteranno all’eternità.
Le proteine alternative non sono una novità assoluta, visto che già vengono prodotti formaggi e pasta a base di semi e di lupini. Negli Stati Uniti (dove mangiano l’impossibile) già vendono tavolette proteiche della misura di uno smartphone, con cui magari si potrà magari anche chattare. Non è dato sapere se sono possibili i selfie. Al contrario sarebbe già un prodotto demodé.
Nel futuro prossimo venturo non mancheranno le uova sintetiche, perfette per amalgamare farine senza rischi di salmonella. Peccato però che le uova sapranno di palline da tennis nuove appena tolte dalla confezione sottovuoto con quell’odorino pungente di plastica al cui confronto un uovo marcio, ma vero, pare Chanel N° 5.
Altra novità alla quale i nostri figli e nipoti non potranno rinunciare sono i micro ortaggi, senza pesticidi ovviamente.
Questa idea ci piace. Solo che gli ortaggi sono davvero mignon, il pomodoro avrà le dimensioni suppergiù di una ciliegia, il cetriolo un pisello, mentre il pisello? Va beh, lasciamo stare.
Ma i nutrienti non cambieranno, anzi, perché secondo quanto affermano questi scienziatissimi scienziati, nelle primissime fasi della crescita le piante contengono l’essenza dei nutrienti necessari.
Poi piante piccolissime significano poca acqua per tirarle su, poca terra per coltivarle, niente pesticidi perché il brevissimo ciclo di vita non dà il tempo ai parassiti di fare i parassiti. Poco tutto insomma, e di conseguenza anche poca roba da magnare, ma non è un problema, perché questi nano ortaggi, nelle loro dimensioni ridotte contengono il meglio dei nutrienti.
Avranno imparato dal vino che recita il detto che il vino buono sta nella botte piccola.
provocazione-2.jpgSempre nel 2050 non mancheranno diete a base di insetto.
È un argomento scabroso lo sappiamo, ma non è il caso di avere la puzza sotto al naso. Infatti gli insetti, al contrario delle famose mucche assetate che bevono come cammelli, si allevano in pochissimo spazio. Ad esempio, in una scatola di scarpe, ci entrano almeno un milione di pulci, però del genere nano. E le pulci per chi non lo sapesse sono una valida alternativa alla carne.
Quindi meglio gli insetti che le mucche, anche perché gli insetti, al contrario delle mucche quando muoiono non fanno “muuu”, non si lamentano e non soffrono più di tanto, muoiono e basta, questo è stato scientificamente accertato.
Ma in verità i nostri figli potrebbero anche non mangiare direttamente gli insetti, infatti è sempre sconveniente ritrovarsi qualche zampina di cavalletta fra i denti. A metà del secolo XXII la tecnologia permetterà di estrarre le proteine ed usarle sotto forma di farina insapore, per tante preparazioni, dal gelato ai biscotti. Il gelato alla locusta sarà sicuramente gettonatissimo con tanto di bava sbavante che s’impiastriccia sulle labbra.
Ma è giusto un dettaglio che non intralcerà il divenire e l’inarrestabile progresso.
Lo stesso trattamento più o meno sarà riservato ai pesciolini, la New Wave Food, un’azienda americana è pronta a riprodurre la consistenza e le proprietà nutrizionali di gamberetti e altri pesci usando alghe vegetali. Per non parlare del fatto che sono, quasi pronti, per soddisfare i nostri palati con fantastici spaghetti e senape ricavati dalle alghe.
Insomma una serie di incredibili, aggiungiamo improbabili e discutibili, invenzioni per tutelare sempre più e meglio la salute dei consumatori e l’ambiente riconducendo quasi tutte le produzioni in sorte di laboratorio.
Allora, sulla tutela della salute avremmo qualche dubbio, anzi molti dubbi: chimica e alchimie quasi contro natura non è detto che siano dei toccasana.
Sulle pseudo tutele ambientali i dubbi sono ancora più forti. Per ridurre sprechi e consumi ci sta sicuramente una strada migliore da quella di realizzare pomodori delle dimensioni di amarene e zucchine piccole come mignoli. La soluzione è quella di produrre meno, visto che il 30% del cibo prodotto nei paesi sviluppati finisce nella spazzatura. Il 30%. Se tutto questo cibo fosse meglio distribuito e gestito, probabilmente gli scienziatissimi scienziati eviterebbero di fumarsi il cervello.
Anche qualcuno s’ingegna pure a ricavare cibo dal cibo che avanza. Come la birra ricavata dal pane raffermo, o funghi che vengono coltivati su fondi di caffe. Saranno perfetti anche come fine pasto in sostituzione del caffè?.
Ma la scienza sarà inarrestabile, il settore cerealicolo sarà sempre più condizionato da tecniche di manipolazione genetica. Dopo le uova sintetiche, lattuga senza foglie, carciofini senza petali non osiamo proprio pensare cosa potrebbe venire fuori. No, non osiamo pensarlo anche perché da imperterriti buongustai ci piace ben altro, in fondo il piacere di mangiare è parte della vita. Cosa? Tutto. Non basterebbe un’enciclopedia per racchiudere e raccontare i mille piatti le mille pietanze che nei secoli hanno accompagnato l’evoluzione e la crescita dell’umanità.
Migliaia di anni durante i quali molte mucche sono morte facendo “muuu”, molte altre sono nate, facendo sempre “muuu”. Come del resto anche il genere umano ha vissuto e vive in una specie di condominio con le porte girevoli, chi entra, prima o poi esce. C’est la Vie!


01/08/2017

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