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Oggi non parliamo di un vino, ma di un tris di vini: il Friulano, il Pinot grigio e il Sauvignon. Sono stati i protagonisti dell’evento “Friulano&friends 2012” dell’estate ormai archiviata, che ha avuto luogo a San Daniele del Friuli nei giorni di “Aria di festa”. Tre vini per tre vitigni simbolo della regione più a Est nel Nord Italia, perfettamente bipartita fra Alpi e Prealpi Carniche e le colline moreniche e l’ultimo lembo di Pianura (alluvionale) Veneta. Per quanto riguarda l’abbinamento, oggetto di quest’articolo, è davvero bello accostare vini del Nord Italia e piatto (la pizza) del Sud. Opposti che si attraggono e che al palato esprimono una concordanza elettiva soprattutto su pizze a base di frutti di mare, carni bianche, verdure grigliate, con tanti formaggi e se fra la mozzarella ci fa capolino anche il formaggio fresco Montasio, male non fa. I nostri vini, tutti bianchi, necessitano di cibi con moderata grassezza (inutile dire che se c’è una fettina di Prosciutto o un capocollo con un bordino di grasso non guasta) e tanta delicatezza e fibre, quindi verdure.
Il Friulano (ex Tocai friulano) è da sempre il vino più amato nel Friuli Venezia Giulia. Chiedete un tajut, e quasi sempre vi verrà offerto un bicchiere di Friulano. Noto per lungo tempo come Tocai friulano in realtà è stato dimostrato che non ha nulla a che vedere con il Tokay ungherese, ma per evitare di creare confusioni l’Unione europea dal marzo 2007 ha chiesto all’Italia di fare un cambio di nome. Tolto Tocai, ça va sans dire, resta soltanto Friulano. Sulla sua origine han fatto chiarezza gli studi di Calò - Costacurta, rispettivamente direttore dell’ISperVit di Conegliano Veneto e direttore della sperimentazione dello stesso istituto. Il Friulano secondo i loro studi altro non è che il Sauvignonasse, un vecchio vitigno francese, chiamato anche Sauvignon vert, un tempo molto diffuso proprio nel Bordeaux. Fine, delicato, fruttato, ricco di struttura ed equilibrato. Le sue caratteristiche principali sono da ricercarsi nella nota di mandorla gentile che si rivela al palato e nella sua armoniosa acidità. Traduce molto bene le differenze climatiche e geologiche dei territori in cui si produce. È perfetto per un aperitivo, anche se le sue affinità elettive sono con le carni, in particolare quelle bianche, e con il pesce. Il matrimonio perfetto sulla pizza è con il suo territorio (leggi il Prosciutto di San Daniele).
Il Pinot Grigio è il più poliglotta tra i bianchi della numerosa famiglia del Friuli Venezia Giulia. Un vino che si fa comprendere ovunque in quanto usa un linguaggio internazionale, pur mantenendo la personalità conferitagli dal territorio. Il successo gli deriva dalla combinazione di più fattori, come il suo tocco accondiscendente che incontra il gusto dei consumatori e che ben si adatta ad una notevole varietà di piatti, unito ad un’intelligente opera di comunicazione e di posizionamento sui mercati mondiali, in particolare quello degli Stati Uniti. Il nome deriva dal fatto che la buccia è color grigio ramato che era, poi, il colore del vino, in quanto era un tempo fermentato con le bucce. Poi la vinificazione in bianco, mosto e bucce separate, gli ha conferito quel timbro polivalente che lo ha reso celebre anche “oltre Manica”.
Il Sauvignon tra le varietà internazionali è uno dei vitigni più famosi e apprezzati, in quanto dà origine a vini di straordinario livello qualitativo. Originario della Francia, e più precisamente delle zone di Bordeaux e della Loira, è alla base di vini quali i Graves, i Sancerre e i Pouilly Fumé. Fuori dall’Europa sta avendo grandi successi in California e soprattutto in Nuova Zelanda. Viene coltivato in Italia da oltre un secolo, dove fu introdotto inizialmente in provincia di Parma e Piacenza. Si è poi diffuso nel Veneto e soprattutto in Friuli Venezia Giulia e Alto Adige. Normalmente il Sauvignon cresce bene nelle zone dal clima continentale, ma la sua versatilità è tale che anche nelle aree calde, con una sensibile escursione termica, offre buoni risultati. Il vino che si ottiene è considerevolmente migliorato negli ultimi anni, grazie ad una più attenta tecnica di vinificazione. Esprime una gamma di profumi molto intensi, personali e facilmente riconoscibili tra i quali quello di fico, di foglia di pomodoro e pietra focaia. Ha buona struttura e capacità di invecchiamento. In abbinamento richiede profumi forti.
02/10/2012
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