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Azzerare lo spreco in cucina è possibile

La chiave è la pianificazione

5 febbraio | Dodicesima Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare

 

In Italia il cibo si butta con più facilità che in altri Paesi europei: il 37% dimentica il cibo in dispensa o in frigo, solo il 23% programma i pasti settimanali e il 75% non è in grado o non è disposto a rielaborare in modo creativo gli avanzi. I contatori ideati dal Dipartimento Economics and Management dell’Università di Pavia con PlanEat, la startup nata per combattere lo spreco alimentare che propone kit di ingredienti freschi, lavati, pesati e porzionati per famiglie e single, possono aiutare a diventare virtuosi e ad azzerare lo spreco.

 

 

Domani si celebra la dodicesima edizione della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare che rappresenta un momento cruciale per istituzioni, aziende e cittadini per riflettere sui progressi compiuti nella lotta allo spreco alimentare e sulle sfide ancora da affrontare. Ridurre gli sprechi lungo tutta la filiera – dalla produzione alla distribuzione, dalla ristorazione alle abitudini quotidiane di consumo – è un obiettivo chiave dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

La giornata è anche un’occasione per fare il punto sui nuovi dati di un fenomeno diffuso e trasversale che vede gli italiani buttare in pattumiera 683,3 grammi di cibo per persona alla settimana, valore in crescita del 46% rispetto all’anno precedente (Fonte: Waste Watcher 2024). Dato che posiziona il Bel Paese tra i paesi meno virtuosi in Europa e che vede i connazionali più inclini a sprecare frutta,

verdura e pane fresco, al Sud più che al Nord, nei comuni più piccoli rispetto alle grandi città e infamiglie senza figli. Il report evidenzia però come siano tuttavia le abitudini dei consumatori a contribuire, più di altro, allo spreco di cibo: il 37% lo dimentica in dispensa o in frigo, solo il 23% programma i pasti settimanali e il 75% non è in grado o non è disposto a rielaborare in modo creativo gli avanzi.

 

PlanEat, la startup nata per combattere lo spreco alimentare – proponendo kit di ingredienti freschi, lavati, pesati e porzionati per famiglie e single, pronti per realizzare piatti senza spreco – ha ideato un sistema di contatori per misurare il proprio contributo verso il pianeta. I contatori, elaborati e certificati dal Dipartimento Economics and Management dell’Università di Pavia, sono aggiornati quotidianamente e automaticamente, grazie ad un algoritmo reimpostato, in base alle spese effettuate sul profilo personale dell’utente. A livello aggregato, secondo l’ultima rilevazione fatta che somma tutte le spese effettuate sulla piattaforma dalla nascita a oggi, da privati e aziende, sono state 83 le tonnellate di cibo complessivamente “salvate” dalla pattumiera, il che equivale, in termini di risparmio di Co2, a 211 tonnellate di CO2, in termini di acqua a 48 milioni di litri di acqua non utilizzati e in termini di terreno a 915 mila mq di terreno risparmiati per produrlo.

 

I contatori PlanEat: come viene calcolato il risparmio di CO2, terreno e acqua

La premessa che sta alla base del modello di risparmio messo a punto da PlanEat è che tutto il cibo acquistato tramite la piattaforma non viene sprecato. Questo perché tramite la pianificazione e la prenotazione in anticipo si riesce a comprare esattamente la quantità di materie prime necessaria, senza nessuna eccedenza, e perché gli ingredienti forniti alle famiglie per cucinare le ricette vendute su PlanEat sono già nella esatta quantità necessaria per il numero di porzioni acquistate. A rendere possibile questo equilibrio è la digitalizzazione della cucina. All’interno del laboratorio di Casarile, provincia di Pavia, dove si producono i kit e i piatti pronti, la produzione è divisa in cucina, aree di porzionatura, area di check, lavaggio. Tutte le aree sono munite di sistemi RaspberryPi che, in comunicazione con il sistema in cloud, permettono di gestire al meglio le forniture (ottimizzazione degli acquisti attraverso un sistema di analisi delle materie prime necessarie alla produzione evadere gli ordini, evitando spreco di materiali ed economico); la cucina, per cui le preparazioni comuni sono raggruppate per ottimizzare i processi in cucina, con dettaglio delle quantità e dei tipi di preparazione/cottura richiesti; le postazioni di porzionatura: gestione dei pacchetti da preparare con visualizzazione a video dei i relativi ingredienti e dettaglio delle quantità; l’area di check, ovvero controllo finale dei contenitori per privati e aziende, per verificare il contenuto degli ordini e organizzarne il raggruppamento al fine di ottimizzare le consegne; e infine il lavaggio, cioè tracciamento dei contenitori rientrati, che vengono igienizzati e resi disponibili per i nuovi utilizzi.

 

I Planeat Pack per le aziende: contenitori lavabili al posto di quelli riciclabili nell’umido per ridurre lo spreco derivante dalle confezioni monouso

Migliorare la raccolta differenziata, sia in termini di quantità che di qualità, e adottare innovazioni tecnologiche nei processi di trattamento, selezione, recupero e riciclo dei rifiuti sono passi cruciali per ridurre l`impatto ambientale. Tuttavia, queste azioni da sole non sono sufficienti per evitare di superare i limiti ecologici che mantengono la stabilità della biosfera. Per questo motivo PlanEat ha deciso di fornire un contributo importante alla transizione agendo direttamente per azzerare l’impiego di prodotti monouso e rendendosi parte attiva in questa transizione. Dal 2024, dunque, tutte le spese effettuate sulla piattaforma dai lavoratori delle aziende che hanno scelto il servizio

Planeat per la pausa pranzo saranno consegnate all’interno dei “Planeat Pack”: contenitori riutilizzabili, al posto di quelli compostabili, che se correttamente usati conservano la loro integrità a contenere del cibo per più di 200 volte e per moltissime altre volte, con una prestazione estetica che dipende dalla modalità di utilizzo. Anche le famiglie che fanno la spesa quotidiana sulla piattaforma potranno farne richiesta e ricevere i cibi nei contenitori lavabili. Per realizzare questo cambio di paradigma PlanEat ha investito circa 700 mila euro per ideazione, progettazione e stampo dei Pack.

 

La filosofia e la pratica PlanEat: alla base del non spreco c’è la pianificazione della spesa

Dal 2022 PlanEat è entrata nel settore della ristorazione alle aziende con consegne di piatti pronti: il delivery slow and conscious della startup è una risposta sia al caro pausa-pranzo che alla ricerca della sostenibilità grazie alla stessa formula utilizzata per la spesa di casa. Ossia: massima contrazione della filiera dei fornitori, acquisto materie prime dosate sulla base degli ordini ricevuti (24 ore prima) e margini di guadagno dell’imprenditore volontariamente ridotti. Il risultato è una offerta a prezzi inferiori dal 50 al 70% cento di bar, tavole calde, fast food e self-service. La pianificazione, come già nell’economia di casa, diventa l’elemento chiave per risparmiare, essere

sostenibili e seguire un’alimentazione varia ed equilibrata anche in ufficio.

Ai dipendenti delle 50 aziende che finora hanno scelto lo slow and conscious food delivery di PlanEat (tra queste AstraZeneca, Galbusera, Bending Spoons, SeaVision, BeSharp, Mind, Vivienne Westwood e Geico) viene richiesto di fare l’ordine per il pranzo entro le 11 del giorno prima, con la possibilità di arrivare fino alle 17 per alcuni piatti, fino ad esaurimento. Ordinare il giorno prima consente di acquistare e preparare solo che ciò che verrà effettivamente consegnato e consumato il giorno successivo con un risparmio di materie prime acquistate che si traduce in prezzi più contenuti e maggiore sostenibilità. L’ordine pianificato ha, inoltre, un vantaggio anche in termini logistici: il giro di consegna può essere organizzato per tempo, in base alla distribuzione sul territorio dei clienti e in base al traffico, consegnando più pasti in un’unica sede e dunque evitando la logica del classico delivery che impiega i rider effettuando consegne last e singole, producendo molto più inquinamento in atmosfera e traffico. La piattaforma che organizza le consegne include anche algoritmi di calcolo ottimizzato del percorso delle consegne degli ordini di ogni giornata, in base alle aree di consegna, al numero di furgoni disponibili e ai vincoli di orari richiesti dagli utenti. Non ultimo: con questo sistema il cibo può viaggiare su mezzi di traporto di proprietà refrigerati (evitando il rischio di contaminazione batterica, come è stato denunciato per i cibi trasportati nei borsoni dei rider) e con personale logistico regolarmente assunto e retribuito.

Dice Nicola Lamberti, fondatore di PlanEat: «La Giornata Nazionale contro lo Spreco Alimentare ci ricorda quanto sia urgente cambiare il nostro modo di consumare. Ogni grammo di cibo salvato significa meno risorse sprecate e meno impatto ambientale. Il nostro modello si basa proprio su questo principio: grazie alla programmazione e all’uso intelligente delle materie prime, eliminiamo gli sprechi alla radice, garantendo qualità e sostenibilità. Ad oggi, con PlanEat abbiamo evitato che oltre 83 tonnellate di cibo finissero nella pattumiera, risparmiando 211 mila kg di CO2 e 48 milioni di litri d’acqua. Numeri che dimostrano come scelte consapevoli possano fare la differenza, ogni giorno».

 

Come funziona PlanEat

Nata nel 2020, periodo che aveva più che mai evidenziato l’urgenza di un nuovo approccio verso il pianeta e le sue risorse, PlanEat propone a famiglie, single e aziende la possibilità di fare la spesa alimentare e di pianificare i pasti acquistando ingredienti di qualità, freschi e preparati nelle esatte dosi per comporre le ricette, quindi senza sprechi e dispersioni (grazie a una tecnologia in grado di tracciare le abitudini di ciascun cliente, le quantità di ingredienti vengono ribilanciate per evitare sprechi). Estremamente modulare e flessibile, PlanEat offre agli utenti la possibilità di comporre menù a scelta sul portale, per il numero desiderato di giorni (per più settimane di seguito, o una ogni tanto) ricevendo poi a domicilio i kit di ingredienti freschi. Tra le 400 proposte sul portale si trovano piatti della tradizione ma anche vegetariani e vegani, studiati da un biologo nutrizionista per offrire miglior bilanciamento nutrizionale.

 

PlanEat

PlanEat è una piattaforma innovativa che realizza un nuovo modo di fare la spesa sostenibile per l’ambiente, per l’economia del territorio e per la salute. Nata a marzo 2020 dall’iniziativa dell’imprenditore Nicola Lamberti (già fondatore di 7Pixel e Trovaprezzi), PlanEat è una Società Benefit partecipata da StarTIP, Mercurio Holding e HB4. La società integra nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera. Attraverso il sito e tramite l`app PlanEat, gli utenti possono fare la spesa alimentare in modo semplice e veloce, partendo dalle ricette e ricevendo a casa tutti gli ingredienti pronti per la preparazione, pesati e divisi in contenitori compostabili (presto sostituiti da contenitori lavabili e riutilizzabili): non si spreca cibo e non si producono

rifiuti da packaging. Il meccanismo premiante è quello della pianificazione che permette di ottimizzare risorse e, quindi, di ridurre sprechi di tempo ed energia, impattando sempre meno sull’ambiente: dal suo lancio PlanEat ha finora gestito circa 550.431 ordini (di cui 508mila con il servizio aziende e 42,5 mila con le spese dei clienti privati) e “salvato” 83 tonnellate di cibo. Il servizio aziende si integra completamente nella filosofia di PlanEat: i dipendenti possono scegliere ogni giorno il loro pasto tra 50 piatti freschi che variano tutte le settimane, e riceverlo comodamente (previa ordinazione entro le 11 del giorno prima) in ufficio. Tra i clienti aziendali di PlanEat: Bending Spoons, AstraZeneca, SeaVision, Galbusera

 

Ufficio stampa PlanEat


04/02/2025

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