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Cocktail: quattro curiosità per essere trendy

Dallo storytelling al vasetto-bicchiere, passando per il cocktail multisensoriale e la birra

Reinventare un modo di bere non significa soltanto un restyling della propria linea cocktail con le nuove proposte di bartender affermati. Significa spesso riuscire a proporre qualcosa di nuovo anche nella scelta degli ingredienti, nella scelta della presentazione e perché no,cocktail-birra.jpg anche del contenitore (come vedremo in seguito). Di certo il primo passo è quello di aprirsi alle tendenze di gusto e offrire al consumatore qualcosa che appaghi la sua sete di novità, cosa che ripaga sempre in termini di fidelizzazione. Iniziamo allora la carrellata di consigli “estivi”, accattivanti come la bella stagione, per dare un nuovo tocco al vostro bar.

 

Primo: Birra e sue materie prime

Si, bisogna dare atto che il mondo dell’artigianalità è sempre più forte nel mondo del beverage in generale e, quindi, anche nel mondo della mixology; alla rinascita dei prodotti artigianali corrisponde una larga diffusione di nuovi cocktail con diverse sfumature e note intense e corpose. La birra è protagonista in questo periodo nei cocktail, ma non solo: i suoi ingredienti base, luppolo e malto, sono uniti ai vermouth, bitter e liquori dalle note erbacee. Tornando ai drink a base di birra, ricordiamo che uno dei bartender che già dall’estate scorsa ha introdotto questo tipo di mix è Bruno Vanzan il quale, per esempio, ha rivisto il classico Mojito aggiungendo una famosa bionda al rhum.

 

cocktail.jpgSecondo: via il bicchiere

Partita dai locali alla moda di New York e di Shangai, il “drinking-in-a-jar”, (letteralmente bere nel vasetto) è tendenza anche nel nostro Paese: cambiato il contenitore, anche il contenuto sembrerà “innovativo” anche se, magari, è un cocktail classico fra i classici. A proporre il nuovo modo di bere in Italia sono diversi bar di moda: Il 24 (Via Europa 2. Cunettone, Salò) è retrò nell’aspetto, e fa del retrò e del riciclo la sua cifra modaiola: qui fra arredi tipici, tavoli in legno, e lumi con frange. Si sorseggiano i drink nei barattoli Bormioli; anche lo Smile Tree (piazza della Consolata 9, Torino) porta al tavolo i barattoli come “bicchieri” scenografici; idem al Bitter Bar (via de’ Pandolfini 39/c, Firenze), che ricicla i barattoli di marmellata. Stessa filosofia Al Ketumbar (via Galvani 24, al Testaccio) e al 2d2 (via Bellini 5, Caltanisetta). Vasi in vetro o terracotta, in effetti, sono una vera mania anche nel mondo food. Pensate che gli esperti ci scrivono persino dei libri e articoli sui blog. Sembrerebbe che il vapore che si crea internamente nel vaso chiuso, durante il processo di cottura a bagnomaria, dia un gusto e una morbidezza incredibile ai cibi. Ma forse questo, le nostre nonne lo sapevano già.

 

Terzo: raccontare vecchie storiebarma.jpg

A proposito di vintage: ritornando agli ingredienti, ripescare i liquori di vecchie aziende ricche di storia è un’altra possibile opzione per rinnovare la drink list. Oltre ai sapori da abbinare, i liquori rappresentano “storie da raccontare” al proprio cliente seduto al bancone, storie vere che hanno però il profumo di vecchie leggende. Ma la stessa nascita del cocktail è già in sé una storia mitica: c’è chi dice che nacque grazie alla bella Betzy Flanagan che miscelava nella sua taverna whisky o gin ai succhi di frutta; c’è chi parla di un barman imbarcato lungo le rotte del Missisipi, c’è chi narra del barman Vera Cruz che univa alcolici a frutta fresca creando anche delle belle composizioni; infine c’è chi racconta di John Shiller del Sazerac di New Orleans che serviva i suoi drink nei bicchieri “coquetelle”, da cui deriverebbe il termine “cocktail”. Insomma, siate un bartender amante dello storytelling!

 

camuff.jpgQuarto: cocktail multisensoriale

Se poi volete essere stravaganti, accostate all’esperienza gustativa anche l’esperienza uditiva servendo ad esempio un cocktail a base di vodka con gli auricolari da cui si sentono effetti sonori studiati ad hoc come fa Icon Eric Lorincz, head bartender al The American Bar del Savoy Hotel di Londra. Oppure è possibile coinvolgere altri sensi, come l’olfatto, per un assicurato effetto sorpresa. Come nel caso del Camouflage: sulla base di Tanqueray 10 gin e ghiccio pilè, sono appoggiati una fetta di arancia essiccata, un bastoncino di incenso al sandalo, foglie di amaranto rosso e carote sott’aceto di mele, racchiuse in un’ananas dorata che nasconde gli ingredienti. A voi sperimentare l’ “effetto wow”.


28/06/2016

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