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Le birre dei coloni

Oggi è sicuramente la birra che nonostante la moda si è affermata sia tra gli appassionati che tra il grande pubblico, la birra che ha fatto una rivoluzione, quella del luppolo: stiamo parlando della IPA!

news.jpgLa Compagnia delle Indie
La Gran Bretagna cominciò a occupare l’India tra la fine del 1757 e la prima metà dell’Ottocento, attraverso la Compagnia delle Indie Orientali, un’impresa marittima commerciale come quella francese e olandese create per sfruttare il commercio dopo che Vasco de Gama aprì all’Europa l’approdo all’Oriente. Lo scambio di prodotti era florido ma se per il tè portato in Inghilterra non vi erano problemi, non era lo stesso per la birra che arrivava in India.
La birra prodotta in Inghilterra e commercializzata in India soffriva del lungo viaggio in nave e del clima tropicale tanto da deperire facilmente. Lascio solo immaginare le reazioni dei coloni inglesi davanti a quelle pinte che sembravano le acque reflue gettate nel Tamigi.

Extra luppolo
Già da qualche tempo i birrai britannici erano consapevoli che per una migliore durata e stabilità della birra ci voleva una quantità maggiore di luppolo.
Per intuito o fortuna il primo a sfruttare queste conoscenze fu George Hodgson della Bow Brewery, che produsse per primo quella che più avanti fu ribattezzata India Ale, una versione più luppolata e più alcolica della più tradizionale Pale Ale Britannica.

Dall’India alla rivoluzione americana
La IPA è un simbolo, non solo per il suo passato ma soprattutto per il presente, è da considerarsi la birra che ha portato il mondo del luppolo alla sua svolta odierna. Tutto è (ri) cominciato negli Stati Uniti, dove per differenziarsi dal mercato delle banali lager americane, alcuni birrai come Sierra Nevada e Anchor Brewing cominciarono a produrre birre con luppoli aromatici che davano alla birra un carattere sorprendente.
Le IPA sono diventate l’icona del movimento craft americano e successivamente di quello mondiale, da uno stile quasi dimenticato ad un trend affermato, simbolo di personalità e di creatività che va contro l’omologazione sociale.

Il nome
IPA è l’acronimo di India Pale Ale, in alcuni casi definita più semplicemente India Ale è una birra di alta fermentazione dal caratteristico colore ambrato.
Le IPA più tradizionali sono birre con un grado alcolico speciale (5,5%-6,5%) ambrate come già detto e con una intensità olfattiva elevata. Finezza olfattiva elegante con sentori fruttati e floreali, talvolta speziati con note olfattive di frutta esotica, agrumato, uva, tè, erba tagliata, pepe, muffe e formaggio. È chiaro che l’enorme varietà di stili satelliti delle IPA abbiano una molteplicità di sentori diversi, ognuno proprio delle sue caratteristiche.

Birra-Cibo
Spesso l’amaro rilevante delle IPA può essere un limite ed in questo caso è preferibile un abbinamento per contrasto piuttosto che per similitudine.
L’amaro è ottimo per togliere il salato quindi IPA più secche e luppolate possiamo abbinarle a salumi magri e sapidi, a fritti croccanti e saporiti oppure a pietanze dove si utilizzi rucola, radicchio o indivia belga se vogliamo provare un abbinamento per similitudine. Per IPA più tropicali, leggere, meno amare e più fruttate possiamo divertirci con insalate o le più trendy “Poke” utilizzando salmone o tonno fresco, avocado, frutta fresca, esotica o agrumata. Per le IPA più forti, dove l’amaro è presente ma la birra risulta più equilibrata possiamo aprirci anche a carni alla griglia o ai formaggi più stagionati, ancora ricordo un meraviglioso abbinamento in una serata ONAF con Hardcore Ipa di Brewdog ed un Gruyère d’Alpage giusto per fare un esempio.

In conclusione, possiamo considerare la IPA come una birra nata nel passato e orientata al futuro, la “svolta” che ha reso visibile a tutti la differenza tra due epoche di birra. Cheers!

 

Un’infinità di stili

 
American Pale Ale (APA) nate come importante differenza rispetto alle IPA britanniche sono meno maltate, più secche ed amare con una gradazione alcolica leggermente superiore seppur con un corpo più leggero.


Double Ipa (DIPA) più corposa ed alcolica con un equilibrio gustativo bilanciato tra malto e luppolo, gradazione alcolica doppio malto ed un corpo strutturato.


Imperial Ipa, la più forte, con grado alcolico spesso vicino ai 9-9,5% dal corpo consistente con una forte base maltata e un finale luppolato.


Tropical Ipa, più leggere e meno amare, ma con una forte influenza di luppoli da aroma che le rendono estremamente fruttate ed esotiche.
White Ipa, una variante di frumento, leggera e dissetante presenta le caratteristiche acidule del cereale e agrumate dei luppoli utilizzati.


New England Ipa (NEIPA) caratterizzata da una spiccata torbidezza e da sentori fruttati che la rendono visivamente ed olfattivamente simile ad un succo di frutta tanto da attribuirgli l’appellativo “Juicy.”


West Coast Ipa, più secca e leggera è orientata decisamente all’amaro con un’esclusività di sentori dati dal luppolo e la quasi totale assenza di componenti maltate.


Black Ipa, una variante cromatica importante, una birra scura con caratteristiche che uniscono i toni caldi e speziati scuri dei malti all’aromaticità e all’amaro del luppolo.

 

A cura di Stefano Baladda - Unibirra Varese

 

Articolo tratto da Pizza&core Colletion n 113
per sfogliarlo clicca qui


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17/10/2022

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